“Meglio l’uomo paziente che l’uomo forte; e chi domina l’animo suo è da più che un espugnatore di città.” (Proverbi 16:32)
Parlare oggi di virilità sembra qualcosa da pazzi, da persone arretrate, eppure proprio la mancanza di virilità è uno dei più gravi problemi del nostro tempo. Bisogna dire che la Fede Cattolica, quando parla di virilità, non intende ciò che la mondanità crede. Certe pericolose filosofie novecentesche hanno impresso a termini come virilità o patriarcato un significato distorto che poco o nulla ha da spartire con l’autentico significato. Dapprima, le correnti superomiste, lungi dall’esaltare la virilità dell’uomo, lo hanno invece trasformato in un ammasso di carne, lussurioso ed orgoglioso, intento a soddisfare il proprio piacere edonistico, rendeno in questo modo “virile” l’uomo capace di dare libero sfogo alla proprie passioni. In seguito, quasi come in conseguenza di questo spostamento di significato, ecco intervenire gli sbandamenti sociali a distruggere ciò che restava della cristiana virilità: il pensiero femminista, l’omosessualismo, la teoria gender ai nostri giorni, hanno corrotto il pensiero di porzioni sempre più larghe della società, distruggendo ogni residua concezione di ruoli morali e sociali. Per comprendere meglio come tutto questo sia accaduto, basta attenzionare alcune delle figure che sono diventate iconiche per queste deleterie filosofie: da Gabriele D’Annunzio che della propria immoralità sessuale ha fatto la bandiera di tutta una vita, a tutte quelle figure legate al “patriottismo” di stampo guerrigliero e massonico, uomini in cerca di esaltazione mediatica o di avventure che li facessero sentire “vivi”. Allargando, poi, il discorso alla seconda metà del novecento e ai giorni nostri, tra leader femministe e “profeti” dell’omosessualismo, i nemici dell’autentica virilità sono cresciuti a dismisura. Il risultato? L’uomo è stato trasformato in un assegno da intestare all’ex moglie, o peggio, un adultero per antonomasia, come nei cinepanettoni all’italiana, e finanche un sinonimo di violenza e prevaricazione, come afferma la moderna cultura femminista. Lo scenario, soprattutto nel decadente mondo occidentale, è sempre più preoccupante e diventa, quindi, sempre più urgente riscoprire il vero significato della virilità: l’uomo veramente virile è colui che affronta con coraggio, serenità e temperanza non solo il mondo, ma soprattutto se stesso, le proprie passioni e le proprie pulsioni, migliorandosi e aiutando il prossimo a migliorarsi, per la maggior Gloria di Dio. La virilità così intesa, per altro, non è esclusivo appannaggio degli uomini sposati e dei padri di famiglia, ma anche e soprattuto dei Sacerdoti, che sono padri spirituali di una moltitudine di figli. Potremmo arrivare a dire che tale virilità spirituale sia una “via” da seguire anche per le donne: basti pensare a Santa Teresina di Lisieaux, che ha saputo sopportare le proprie croci senza mai arretrare o alla celebre Santa Giovanna D’Arco, che liberò la sua terra dall’invasore. L’uomo è chiamato a portare fuori da sè questa spiritualità guerriera, per difendere la famiglia, la patria ma soprattutto la Santa Madre Chiesa; è chiamato a vivere questa sua vocazione come atto di carità verso il prossimo e verso Dio. A fronte degli esempi sopra citati come “distruttori” della virilità, proviamo ora a riportarne qualcuno che riedifichi la vera Virilità! Sono esempi di mariti, di figli, di sacerdoti, di frati, di politici, che il Buon Dio ha dato al mondo per testimoniare con quanto eroismo vada affrontata la vita.
Il primo di questi esempi non può che essere il padre putativo di Nostro Signore Gesù Cristo: San Giuseppe. A partire dalla sua rinomata castità, esempio splendido per i cristiani di ogni generazione, è facile capire come la prima coraggiosa lotta da condurre è dentro di noi, contro le nostre passioni, i nostri vizi e le nostre inclinazioni. Non bastasse questo, il Vangelo ci mostra San Giuseppe obbedire prontamente ad ogni ordine di Dio, la sua pazienza nell’affrontare le prove senza mai lamentarsi… Ci mostra un uomo rispettoso della legge e molto buono, un uomo che ha saputo sempre, con umiltà, ricorrere a Dio, fino a morire nel migliore dei modi: tra Cristo e Maria. Il secondo esempio di virilità è Sant’Agostino. Nel suo più famoso scritto, “Le Confessioni”, lo stesso Santo ci mostra tutti i mali e tutte le pulsioni che aveva assecondato nella sua vita di peccatore, ci racconta di come si fosse lasciato andare alla propria goduria personale, almeno fino alla conversione, quando ha capito che la sua vera chiamata era quella alla salvezza, e che l’ufficio a cui Dio lo chiamava era il sacerdozio, a testimonianza di come anche il Clero sia chiamato a vivere una virilità molto forte, che lo sostenga nelle sfide e nelle tentazioni da affrontare con coraggio e disciplina. Proprio come seppe fare Sant’Agostino. Il terzo esempio, infine, è quello di un uomo che fu marito e padre, una persona a cui noi del Salmone siamo personalmente molto legati: Louis Martin, ovvero il padre di Santa Teresina. Ebbene, nella sua vita Louis pensava dapprima di essere chiamato alla vita religiosa, ma gli eventi lo portarono invece a sposarsi: una diversa chiamata a cui rispose con prontezza e generosità. Divenne, in seguito, padre di nove figli, di cui solo cinque figlie arrivate all’età adulta. In seguito, dovette affrontare la morte dell’amata moglie, un dolore che sopportò con animo cristiano, senza mai cedere allo sconforto; vide quasi tutte le figlie entare nella vita religiosa, e anche questo distacco affrontò con gioia, perchè poteva così offrire al Signore tutte le sue figliole. Infine, ecco giungere una lunga e dolorosa malattia, che colpì non solo il corpo ma anche l’orgoglio e che lo accompagnò fino alla morte. Ognuno di questi tre esempi è un pilastro per tutti noi, soprattutto per noi uomini che vogliamo e dobbiamo ritrovare la nostra virilità e la nostra posizione nella società e nelle famiglie. Esempi per le nostre personali vocazioni e soprattutto guide da seguire per saper affrontare la buona battaglia contro il mondo e contro noi stessi. Ma sono anche grandi esempi per le donne, per riflettere su che genere di uomini vogliano avere al proprio fianco: a quali uomini vogliano legarsi in matrimonio, quali sacerdoti cercare come direttori, e finanche come intendano crescere i propri figli. Abbiamo sempre più la necessità di nobilitarci, di seguire la strada stretta che ci porta al Paradiso, per poter davvero fare la maggior Gloria di Dio. Non posso che chiudere con il principio fondante che Sant’Ignazio di Loyola (altro grtande esempio di virilità cattolica) ci insegna nei suoi esercizi spirituali: Agere Contra. Per essere buoni cristiani dobbiamo vincere l’unica persona che ci può separare da Dio: noi stessi. Lo possiamo fare solo combattendo con coraggio, con serenità, con temperanza e, soprattutto, con virilità.
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