Forse, una delle maggiori illusioni dei nostri tempi è di farci credere che siamo più evoluti, noi, rispetto ai nostri antenati. Come se ci fossimo trasformati in delle creature angeliche, grazie alla tecnologia che ci ha portato a una consapevolezza “superiore”, rispetto ai tempi passati.
«La femminilità, un retaggio dei vecchi tempi, ormai da qualche secolo ha fatto posto al femminismo. Le donne “emancipate” e, “liberate” dai vecchi pregiudizi, possono finalmente vivere una vita migliore.»
Da anni si sente dire ovunque: televisione, libri, riviste, giornali, cinema, videogames, nx, tk, yt, tt, fb, ig +, il discorso è sempre lo stesso!
Però, diciamoci la verità, tutto s’è ribaltato: viviamo in un mondo sinistramente orwelliano.
A cominciare dal femminismo che, in questi anni, pare sia stato gabbato dal “femminiello” (nome della tradizione partenopea) – vedi competizioni sportive e utero in affitto…
«L’affitto, il futuro dell’umanità!»
Ma è proprio così?
Viviamo in una sorta di quotidiano fatalismo, dove un algoritmo programmato da degli atei – nella migliore delle ipotesi – ci spinge a immettere contenuti accattivanti per mantenere alta l’attenzione. E, piano piano, senza accorgercene, rischiamo di finire a comportarci come vogliono loro (chi è del mondo).
Mica come una volta, quando le donne cattoliche riuscivano a santificare la loro femminilità nel focolare domestico.
Certo, la vita era dura, ma forse, proprio per questo potevano facilmente santificarsi. Si potrebbe addirittura dire che lo facessero con virile dedizione.
Come non pensare alla Santissima Vergine Maria con il suo Fiat, che l’ha portata fin sotto alla Croce.
Diciamoci la verità, quante di noi cattoliche sarebbero disposte a aderire perfettamente alla volontà del Signore, arrivando ad accettare innumerevoli umiliazioni, sofferenze, e un dolore che strazia l’anima?
Chi vuol essere veramente cattolico, come può illudersi di poter evitare le umiliazioni, le derisioni, i rovesci di fortuna, la povertà, la solitudine, il disprezzo del mondo.
E noi, donne cattoliche di oggi, come potremo mai dire il nostro Fiat al Signore senza abbracciare la croce?
Eppure, abbiamo innumerevoli esempi di donne che hanno santificato la femminilità durante la loro vita terrena.
No, non erano sante, lo sono diventate con il loro Fiat quotidiano al Signore, nel loro stato: di figlie, madri, mogli, sorelle, e anche nella solitudine come santa Rosalia.
Tante di loro desideravano di entrare in un monastero, ma il Signore aveva altri progetti e, umilmente, accettarono. Come Santa Rita da Cascia che alla fine, dopo essere stata, figlia, moglie, madre e vedova, ebbe questa grazia.
Oggi sembrerebbe impossibile riuscire a vivere come loro, come grandi sante.
Ma non è vero, è solo propaganda!
Perché, basta santificare il momento presente a cominciare dalle piccole cose.
Sarà poi il Signore a decidere, noi dobbiamo solo aderire!
“Ecce ancílla Dómini, fiat mihi secúndum verbum tuum”
Di Linda Manfredini, “mamma” del Cartafaccio.
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In collaborazione con il Salmone Fede e Attualità.