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La conversione di una mamma

Sono sempre stata una cristiana, poco cristiana, un po’ come la maggior parte di quelli che vanno la domenica in chiesa. Che si sposano in chiesa, ma che poi alla fine vivono in tutti i modi, fuorché in quello cristiano.

Anzi, se ripenso a tutti i peccati che ho commesso, l’unica miserissima consolazione è il fatto che il Signore li ha perdonati, al contrario mio…

Sono cresciuta in una famiglia non cattiva, ma molto ignorante e, spesso, mia nonna e mia mamma mi portavano con loro dai cartomanti per conoscere il futuro, e farsi consigliare.

Insomma, buttavano loro stesse, e me, nella bocca di Satana, convinte di non fare del male.

Nel 2019, quando ho avuto la mia prima bambina, Livia, mi sono imbattuta in un corso di yoga, dove faccio amicizia. Da lì, incomincio a far diventare lo yoga, quasi, uno stile di vita. Inizio a interessarmi di astrologia e a leggere i libri di un santone. L’unica cosa che mi frena è una piccola sensazione di timore, verso Dio…

Ma piccola, perché, poi, durante la mia seconda gravidanza, praticamente entro a far parte di questo gruppo di meditazione, e mi convinco che Dio possa essere uguale per tutti. insomma, quelle stupidaggini new age.

Compro un libro di astrologia, dove dicono che attraverso la data di nascita si può conosce il futuro di un individuo. E, quello che leggo su mia figlia mi devasta, da lì inizio l’inferno che mi porterà a Dio.

Perché, nonostante molte cose siano corrette e successe davvero ai miei nonni, io inizio ad attaccarmi al rosario tutti i giorni.

Piangevo disperatamente mentre recitavo il rosario, e chiedevo alla Madonna di rispondermi con una rosa. La pregavo perché non potevo accettare che la vita fosse già scritta, e che Dio non poteva fare nulla.

Pur essendo viva, avevo smesso di vivere.

Un pomeriggio, mentre passeggiavo con mia figlia, più per l’ansia che mi provocava lo stare a casa a pensare, ecco che, in mezzo al fango c’era una rosa, finta, tutta sporca di terra.

Una rosa finta, la cosa più preziosa che ho, è tutto ciò che salverei delle mie cose materiali, perché mi ha aperto alla vita vera, alla certezza dell’esistenza di Dio.

E, più pregavo, e più si facevano chiare le cose…

Ancora oggi sono in cammino, ma ho la presunzione di dire, nella posizione privilegiata di chi ha conosciuto la grazia dell’amore di Maria, e la certezza che Dio veglia su di noi, anche nelle sciagure, che non è questa vita quella che veramente conta.

Adesso, vivo ogni giorno pensando a meritarmi la bellezza della prossima vita per me e le mie figlie.

La famiglia, la maternità, e tutte le gioie e dolori che comportano, sono la vocazione a cui mi ha chiamata il Signore per servirlo.

Grazie di avermi dato l’opportunità di raccontare il momento più importante della mia vita: quello della mia conversione!


Valentina, mamma cattolica.

Lettrice del Cartafaccio

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