Nella Capitale del Regno, come del resto in tutta la Sicilia, la devozione per la Madonna Immacolata ha radici molto antiche, tanto da poterne trovar traccia già diversi secoli prima della proclamazione del Dogma da parte della Chiesa, avvenuta nel 1854.
Il Feudo di Maria: la devozione mariana in Sicilia.
La Vergine Immacolata è Madre, è Sovrana, è Regina di questa terra, certamente travagliata, ma anche piena di ricchezze, la più preziosa delle quali è senza dubbio la sua devozione mariana.
Da quando ci siamo convertiti abbiamo scoperto la splendida devozione al Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo. Una devozione che non nasce certo in un’epoca recente della Chiesa. Del resto, non è forse presente il forte riferimento al Sangue del Messia già nei racconti del Vangelo? Sicuramente, la Passione di Nostro Signore ne è la testimonianza principale. Ma il Salvatore non ha di fatto versato questo suo inestimabile Sangue fin dai suoi primissimi giorni?
È stato davvero stimolante vedere un numero non indifferente di giovani, attenti, ascoltare un sacerdote; che ha saputo con poche parole, ma decise, spiegare San Tommaso D’Aquino a tanti ragazzi: molti dei quali immersi in un mondo che istruisce all’inverso, che ci induce a desiderare cose materiali per dissuaderci da uniformare la nostra volontà a quella di Dio.
Chiunque desideri ottenere l'amore altrui, ami di rendersi caro ed accessibile, si mostri a tutti ornato di quella nobile e semplice bontà che dà pace e conquista i cuori, faccia che chiunque l'avvicini se ne parta soddisfatto e con l’animo ripieno di stima per lui. A ciò si richiede in primo luogo di bandire dalle parole l'orgoglio e l'ira, che nulla aggiungono alla dignità, che anzi avviliscono i grandi; in secondo luogo, prevenire con accoglienza ripiena di dolcezza quel timore naturale, frutto forse di eccessivo rispetto, che gli inferiori hanno per i grandi.
Vi sono due grandi settimane, la settimana della Creazione e la settimana della Redenzione. La prima è la settimana della gioia, la seconda è la settimana del dolore; l’una e l’altra la settimana dell’amore, dell’immenso amore di Dio verso gli uomini.
La seconda è chiamata la Settimana Santa. Santa per la santità dei misteri che ricorda e rinnova, santa per le disposizioni con cui dobbiamo assistervi, santa per l’affetto salutare che dovrebbe produrre in noi.
Sotto il nome generale di Croce sono compresi ogni sorta di patimenti, di afflizioni e di avversità. Questa parola con tale significato appartiene al cristianesimo.
Certamente è cosa consolante di ricordare che con queste prove noi prendiamo parte alla Passione di Gesù Cristo, e compiamo in noi l’opera riparatrice fatta al Calvario, la cui virtù non ci può essere applicata senza la nostra cooperazione.
«Non vi perdete di coraggio! Il soffrire portato con pazienza è più gradevole a Dio che non le più rigide austerità. Per addolcire i vostri dolori, credetemi, non c’è miglior rimedio della pazienza, ed una completa sottomissione alla volontà di Dio.»
Sono sempre stata una cristiana, poco cristiana, un po’ come la maggior parte di quelli che vanno la domenica in chiesa. Che si sposano in chiesa, ma che poi alla fine vivono in tutti i modi, fuorché in quello cristiano.
Anzi, se ripenso a tutti i peccati che ho commesso, l’unica miserissima consolazione è il fatto che il Signore li ha perdonati, al contrario mio…
I santi ci ricordano che non ci potrà mai essere cosa più preziosa del Sangue Divino, versato per la nostra salvezza. Alcuni di loro avevano un modo tutto speciale per dircelo:
salvezza delle anime (Crisostomo);
chiave dei Tesori Celesti (San Tommaso);
oro prezioso di infinito valore (S. Ambrogio);
tromba che altamente risuona misericordia e clemenza (S. Bernardo);
pegno e Caparra di vita eterna (S. Maria Maddalena de’ Pazzi).
“Non debbo, non posso, non voglio” sono le famose parole che San Gaspare del Bufalo proferì dinanzi ai francesi che occupavano Roma.
Queste illegittime autorità, usurpando il Regno del Sommo Pontefice, cominciarono a perseguitare anche i buoni e onesti Sacerdoti, per costringerli a giurare obbedienza al loro governo. Cosa che, per estensione, significava giurare obbedienza alle loro pestifere idee liberali e massoniche. E’ in questo contesto che fu chiesto a San Gaspare di prestare obbedienza ma, come detto, egli oppose un netto rifiuto.
“Meglio l’uomo paziente che l’uomo forte; e chi domina l’animo suo è da più che un espugnatore di città.” (Proverbi 16:32)
Parlare oggi di virilità sembra qualcosa da pazzi, da persone arretrate. Eppure, proprio la mancanza di virilità è uno dei più gravi problemi del nostro tempo.
Le croci di Dio, scriveva San Francesco di Sales alla santa di Chantal, sono dolci e piene di consolazioni, purché vi si muoia sopra come il Salvatore. «Coraggio dunque, mia cara figlia, moriamoci, se Egli lo prevede… E purché il nostro spirito di fede sia costante, lasciamo andare tutto a rovescio e moriamo con coraggio. Quando tutto in noi morisse, purché Dio ci viva, che importa?»
Non ci si abitua a vedere le nostre buone opere ricevute con indifferenza, a non essere mai ringraziati di cuore, e ancora meno a vedersi ripagati con cattivi comportamenti. Il debito della riconoscenza è un tale atto di giustizia verso gli uomini, come verso Dio, che i santi stessi non poterono non sentirne vivamente l’ingratitudine.
Per chi ancora non mi conoscesse, mi chiamo Filippo, ho 22 anni e vengo da Genova. Nella preghiera, e confrontandomi con i miei superiori, ho avuto il desiderio di creare un piccolo gruppo di anime generose che possano accompagnarmi spiritualmente durante il mio cammino vocazionale.
Nostro Signore Gesù Cristo, essendo Dio, avrebbe potuto scegliere qualunque altro modo per accompagnarci nel pellegrinaggio terreno fino alla fine dei tempi.
La vocazione proviene da Dio, nasce dal Suo Cuore di Padre amorevole. Qual è allora il metodo per comprendere la propria vocazione? Come parla il Creatore al cuore dell'uomo?
Cari lettori del Cartafaccio, è con grande piacere ed emozione che inizio questa modesta rubrica nella quale proverò a condividere con voi alcuni spunti e riflessioni sulla vocazione